I Manfredi: tra potere, fede e rivalità dinastica

 

I Manfredi: tra potere, fede e rivalità dinastica

"... erano anni di grandi sconvolgimenti nella regione: la Romagna si trovava al centro di un conflitto spietato tra le grandi potenze del Nord Italia, il Ducato di Milano si scontrava con una coalizione capeggiata dalla Repubblica di Venezia e appoggiata da Firenze e dallo Stato Pontificio ..."

Da "Galeotto. L’ultimo vero signore di Faenza" capitolo 1. I Manfredi al tempo della nascita di Galeotto.

I Manfredi, vicari apostolici di Faenza e conti ereditarî della Val di Lamone, governarono sotto il controllo papale, con periodiche riconferme del loro vicariato. Il titolo di contea fu concesso da papa Gregorio XII nel 1413, segnando l’ascesa della famiglia nella politica romagnola.

Alla morte di Guido Antonio Manfredi, il destino della casata si divise.
Astorgio II mantenne il controllo di Faenza e della Val di Lamone mentre Taddeo, figlio di Guido Antonio, divenne signore di Imola, ricevendone poco dopo il vicariato apostolico.

Da questa separazione nacque una rivalità feroce tra i due rami della dinastia, destinata a influenzare per decenni le vicende politiche e territoriali della Romagna.

Intrighi familiari, giochi di potere e fedeltà papale: la storia dei Manfredi racconta la grandezza e le lacerazioni di una delle dinastie più influenti del Rinascimento in Romagna.

Per approfondire le vicende dei Manfredi e il ruolo cruciale di Galeotto Manfredi nella Romagna tra medioevo e rinascimento, leggi il libro "Galeotto. L’ultimo vero signore di Faenza" di Eugenio Larosa.


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