1480 - Intrighi di potere in Romagna

 

1480 - Intrighi di potere in Romagna

"... durante i trattati con il pontefice, i signori di Romagna, tra cui il nostro Galeotto, insieme a Costanzo Sforza, Roberto Malatesta e Antonello da Forlì, vennero esclusi da ogni condizione, perché considerati ribelli allo Stato Pontificio. Questo significava che il papa aveva campo libero di punirli e di disporre dei loro stati a suo piacimento, senza che nessuno degli alleati potesse intervenire ..."

Da "Galeotto. L'ultimo vero signore di Faenza" , capitolo 8. La Congiura de' Pazzi.

In quell'anno, Ferrante d'Aragona, re di Napoli, si impegnò a difendere i signori di Romagna, escludendo Galeotto Manfredi. 

Ferrante aveva sostenuto Carlo Manfredi, ospitandolo a Napoli durante il suo esilio da Faenza, con l’obiettivo di riportarlo al potere sotto la sua protezione. 

Questo avrebbe garantito al re una pedina fedele nel complesso scacchiere politico romagnolo.

Dall’altra parte, Lorenzo de’ Medici, alleato di Galeotto, si adoperò per salvaguardare il suo protetto e mantenere l'influenza fiorentina nella regione. 

La soluzione? Rafforzare il legame con Galeotto tramite il rinnovo della collaborazione nella nuova lega politica.

Scopri di più sulle straordinarie vicende di Galeotto Manfredi e sul contesto politico del Rinascimento leggendo il libro "Galeotto. L'ultimo vero signore di Faenza" di Eugenio Larosa. 

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